giovedì 4 dicembre 2014

Grandi Guerrieri: l'arte oscura di Iga e Koga


Iga-ryū (scuola di Iga) e Koga-ryū (scuola di Koga) erano le più antiche e importanti scuole di ninjutsu del Giappone Medievale. Il loro nome deriva dalle omonime province in cui sono sorte; rifugio di guerrieri vagabondi e monaci buddisti provenienti dalla Cina e dalla Corea. Si ritiene, infatti, che l'arte oscura (Fa-shu) praticata da alcuni monaci nella Cina antica, mirata a combinare le tecniche di combattimento, di meditazione e concetti alchemici, non sia altro che la matrice delle tecniche ninja del Giappone feudale. 

Proprio l'Arte della Guerra di Sun Tzu, il più antico testo militare di origine cinese, pone al centro della tattica militare lo spionaggio, le azioni di sabotaggio e la guerriglia. Questi elementi rappresentano la base della formazione degli shinobi di Iga e Koga, addestrati nell'arte dell'occultamento, all'uso di esplosivi e veleni nonché di omicidi su commissione.

L'addestramento, iniziato in giovanissima età, consisteva nell'apprendere diverse discipline marziali realizzando un mix letale definito Ninjutsu. Le principali arti praticate erano:
  • Kyusho Jitsu: l'arte dei punti vitali;
  • Inton jutsu: l'arte dell'occultamento;
  • Ken jutsu: l'arte della Katana;
  • Kyu jutsu:  l'arte dell'arco;
  • Shuriken jutsu: l'arte delle armi da lancio;
  • Tai jutsu: combattimento a mani nude;
  • Choho: l'arte dello spionaggio;
  • Hicho Jutsu: l'arte del salto;
  • Hensō jutsu: l'arte della mimetizzazione.




Un altro aspetto che distingueva i ninja dagli altri guerrieri erano l'eterogeneità del loro equipaggiamento. Ogni arma era realizzata per eseguire specifici compiti, tra le più utilizzate abbiamo:
  • la Katana (spada tradizionale curva);
  • il Kunai (un coltello in metallo utilizzabile come dardo da lancio);
  • gli Shuriken (armi da lancio di varie dimensioni);
  • la Kusarigama (una catena alle cui estremità è fissato un falcetto);
  • la Fukiya (cerbottana);
  • la Ninjatô (spada a profilo dritto e più corto rispetto alla katana);
  • la Kaginawa (ancorette unite ad una corda per arrampicarsi);
  • il Tekagi (pugni di ferro con punte);
  • le Makibishi (chiodi a quattro punte da disseminare sulle strade);

Il Ninjutsu non era un prerogativa solo degli uomini, molte donne, definite Kuoichi, divennero abili assassine, ladre e sabotatrici. In particolari, erano utilizzate per avvicinare personaggi di spicco e assassinarli nel sonno.

Durante la guerra civile (Guerra Ōnin), scoppiata in Giappone durante il periodo Muromachi (Guerra Ōnin1467 - 1477), i ninja di Iga e di Koga vennero assoldati per eseguire missioni di spionaggio, atti di sabotaggio o assassinii mirati. Il loro impiego in guerra divenne decisivo in molte battaglie. L'enorme potere di cui questi clan godevano, spinse lo shogun Oda Nobunaga, preoccupato per una possibile rivolta dei clan, a intraprendere una serie di azioni militari mirate a eliminare l'eventuale minaccia. Nel 1581 attaccò Iga con una forza di 40.000 uomini, massacrando sia i ninja che le loro famiglie. Tuttavia, gli uomini di Iga si dimostrarono abili anche nel combattimento in campo aperto, e recarono ingenti perdite tra le file nemiche. Dopo la morte di Oda Nobunaga, nel 1852, Tokugawa Ieyasu1603 - 1868) divenne il nuovo shogun e, al contrario del suo predecessori, impiegò i ninja tra le forze di polizia e come guardie personali. Nel periodo Tokugawa, i guerrieri d'ombra raggiunsero l'apice del potere, che si interruppe con l'arrivo delle navi da guerra statunitensi del commodoro Perry che ruppero l'isolamento giapponese. Con la ripresa del commercio con gli altri paesi e la modernizzazione del Giappone, i ninja furono costretti a sparire perché le leggi in loro favore vennero abolite e non era più consentito detenere armi.
Tracce del loro passaggio sono impresse nei racconti dei marinai russi durante la Guerra russo-giapponese (8 febbraio 1904 — 5 settembre 1905). Si narra di uomini ombra che assaltavano le navi dello Zar compiendo azioni di sabotaggio. Nella Prima Guerra Mondiale, i soldati turchi si raccontavano di uomini mascherati, agili e potenti, che colpivano nell'oscurità. Con l'occupazione americane del dopo guerra e la proibizione delle arti marziali in Giappone, l'arte silenziosa venne praticata da poche caste antiche in gran segreto.


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