In principio fu chiamata Legione X Veneria, devota di Venere protettrice della casata Julia. Nel 61 a.c., Cesare la ribattezzò Equestris, quando fece montare in sella i soldati della legione X durante l'incontro con Ariovisto, comandante dei germanici. Il simbolo della Legione era il toro.
La Legione X seguì il dittatore dalla difficile campagna in Gallia contro Vercingetorige allo scontro contro Pompeo. Nella battaglia di Farsalo, la legione diede ancora prova di coraggio e fedeltà; inferiori di numero rispetto alle truppe pompeane, l'esercito si posizionò a destra dello schieramento per cogliere il nemico di sorpresa. L'attacco di Pompeo si frantumò contro difesa della legione, dando il tempo necessario al contrattacco, momento che coincise con la fine della res publica.
Dopo l'assassinio di Cesare alle idi di marzo, la decima operò ai comandi di Marco Antonio durante la disastrosa campagna contro i Parti e successivamente con Ottaviano dopo la Battaglia di Azio.
La Legione, dopo la rivolta contro Augusto, confluì in un'altro esercito, prendendo il nome di Gemina, fino allo scioglimento definitivo avvenuto con la riforma di Gallieno. Fu l'unica legione fregiata con il glorioso titolo di MILES INVICTI.
La straordinaria fedeltà della Legione X a Giulio Cesare è ricordata in un aneddoto scritto nel suo De bello civili ("La guerra civile"):
Dopo l'assassinio di Cesare alle idi di marzo, la decima operò ai comandi di Marco Antonio durante la disastrosa campagna contro i Parti e successivamente con Ottaviano dopo la Battaglia di Azio.
La Legione, dopo la rivolta contro Augusto, confluì in un'altro esercito, prendendo il nome di Gemina, fino allo scioglimento definitivo avvenuto con la riforma di Gallieno. Fu l'unica legione fregiata con il glorioso titolo di MILES INVICTI.
La straordinaria fedeltà della Legione X a Giulio Cesare è ricordata in un aneddoto scritto nel suo De bello civili ("La guerra civile"):
C’era nell'esercito di Cesare un richiamato di nome Crastino, che l’anno precedente aveva militato con lui come primipilo della decima legione, uomo di straordinario coraggio. Costui, appena fu dato il segnale, gridò: “Seguitemi, voi che mi siete stati compagni di manipolo, e date al vostro comandante l’aiuto che gli avete promesso. Resta solo questa battaglia: finita questa, Cesare recupererà la sua dignità e noi la nostra libertà”.
E guardando Cesare: “Oggi, vivo o morto, farò in modo che tu mi sia grato”. Detto ciò, si slanciò per primo dall'ala destra e lo seguirono volontari circa centoventi soldati scelti. »
Post meraviglioso.
RispondiEliminagrazie!!!
Elimina