domenica 16 agosto 2015

L'arte della guerra secondo Sun Tzu - Capitolo 6

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Capitolo 6 - Il pieno e il vuoto

Sun Tzu disse:

Colui che prende posizione per primo sul campo di battaglia
in attesa del nemico sarà pronto e a suo agio.
Colui che arriva più tardi sul campo di battaglia, disponendosi
frettolosamente per combattere, si stancherà più
facilmente.
Il generale esperto, perciò, impone la propria volontà sugli 
altri e non è richiamato all'ordine da nessuno.

Ciò che fa muovere il nemico dove vuoi tu, e di sua iniziativa,
è la prospettiva di guadagni.
Se invece vuoi impedirgli di andare in un certo luogo,
prospettagli un danno.
Perciò stanca il nemico quando è pronto e riposato, affamalo quando
 è sazio, costringilo a spostarsi quando è accampato.

Offriamo al nemico vantaggi reali o immaginari per farlo muovere, minacciamo danni reali o immaginari per inibire la sua azione. Stancare il nemico ridurrà le sue capacità fisiche e mentali.

Per colpire e imprigionare il nemico, attaccalo dove non si
può difendere.
Per difenderti e contrastarlo, riparati dove sai che di sicuro 
ti attaccherà.

Contro un attacco abile, il nemico non saprà dove difendersi.
Contro una difesa abile, il nemico non saprà dove attaccare.

L'avanzata irresistibile consiste nel caricare dove ci sono
delle brecce.
La ritirata inafferrabile consiste nel muoversi tanto lontano
da non poter essere raggiunti.

Affinché un attacco abbia successo bisogna colpire il nemico dove è indifeso. Nella ritirata facciamo in modo che il nemico creda che siamo invulnerabili, così non si fiderà delle sue percezioni.

E così, l'abile generale dà forma agli altri eppure è senza forma.
Pertanto sono concentrato mentre il nemico è diviso.
Sono concentrato e quindi ho forza di uno.
Il nemico è diviso e ha la forza di un decimo.
Questo è l'uso di un decimo per colpire l'uno.

Pertanto, avendo pochi uomini mentre il nemico ne ha tanti,
posso usare i miei pochi per colpire i molti perché essi
sono divisi.
Non farò sapere quale sarà il terreno dove sferrerò l'attacco,
di conseguenza il nemico dovrà preparare diversi avamposti
 di guardia.
Essendo i suoi avamposti divisi, mi saranno sufficiente pochi 
uomini per colpire.

Se dettiamo la forma del nemico, egli dovrà prepararsi contro di noi su tutti i fronti. Pur avendo un grande esercito, il nemico sarà diviso in tanti gruppi. Questo significa ridurre i molti in minoranza.

E così, pungolalo, per conoscere i piani dei suoi movimenti e
accampamenti.
Provocalo in modo che riveli la sua forma, così conoscerai il
terreno della vita e della morte.
Effettua ricognizioni per scoprire le tattiche per vincere e
perdere.
Provoca il nemico per avere conferma dei suoi punti forti e
deboli.

Provocare l'avversario consente all'abile generale di valutare la portata delle sue reazioni e delle sue risorse. 

Il fine del dare forma alle operazioni militari è diventare
senza forma.
Quando si è senza forma, nemmeno le spie più abili riescono
a scoprire nulla e il nemico saggio non avrà elementi per
poter preparare i suoi piani.

Ora, la forma dell'operazione militare è come quella dell'acqua.
L'acqua, quando scorre, fugge le altezze e precipita verso il
basso.
L'operazione militare vittoriosa evita il pieno e colpisce il
vuoto.
Come l'acqua adegua il suo movimento al terreno, 
la vittoria in guerra si consegue adattandosi al nemico.

La qualità di un operazione militare vittoriosa è l'assenza di forma. Si prende forma rispondendo a ciò che si incontra: nemico, terreno, risorse.

Dei cinque elementi, nessuno è predominante.
Delle quattro stagioni, nessuna dura eternamente.
I giorni a volte sono lunghi, a volte brevi.
La luna cala e cresce.

Gli eventi sono mutevoli, ma hanno una struttura determinata. L'abile generale non si aggrappa ad un singolo punto, così non corre il rischio di perde l'insieme degli elementi.

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