Simbolo di destrezza e status sociale, la Jian è la più pregiata e nobile arma all'interno del vasto panorama delle arti marziali; insieme alla sciabola, alla lancia e al bastone, la spada dritta cinese fa parte delle quattro principali armi del Kung Fu.
Nella simbologia Taoista la Jian rappresenta l'elemento acqua; come quest'ultima, ogni colpo penetra la difesa dell'avversario insinuandosi al suo interno come le onde del mare aggirano gli scogli infilandosi tra le insenature.
La spada dritta rivestiva e riveste ancora un ruolo di grande importanza nella cultura tradizionale cinese:
- dal punto di vista del prestigio, veniva utilizzata principalmente dagli ufficiali e dalle personalità di rango elevato;
- dal punto di vista dell'apprendimento dello stile, era una delle ultime armi studiate dai praticanti di Kung Fu poiché necessitava di uno studio assiduo e continuo.
L'impiego militare su larga scala di quest'arma fu accantonato a causa degli elevati costi di costruzione e dalla difficoltà d'uso, favorendo la più economica e pratica sciabola.
Inoltre, dal punto di vista tecnico, la Jian si differenzia dalla sciabola per quanto riguarda la totale assenza di forza muscolare nel contrastare gli attacchi avversari e la mancanza di un lato della lama senza filo per parare i colpi diretti dei nemici. Solo la sezione vicino l'elsa della Jian può essere usata per toccare l'arma dell'opponente per un eventuale deviazione.
Le tecniche della spada dritta si basano su una coesione tra forza muscolare e forza interiore definita C'hi: l'energia spirituale viene trasmessa all'arma come se fosse un prolungamento del corpo del praticante. Per controbilanciare il C'hi immesso nel braccio che possiede l'arma, l'altra mano, definita "spada segreta", equilibra l'energia interiore tenendo l'indice e medio distesi e il pollice piegato sopra le altre dita. L'estrema sensibilità richiesta nella pratica della Jian la rende ideale per gli stili interni, come il Tai Chi Chuan, nel quale la spada dritta la fa da padrona.
Inoltre, dal punto di vista tecnico, la Jian si differenzia dalla sciabola per quanto riguarda la totale assenza di forza muscolare nel contrastare gli attacchi avversari e la mancanza di un lato della lama senza filo per parare i colpi diretti dei nemici. Solo la sezione vicino l'elsa della Jian può essere usata per toccare l'arma dell'opponente per un eventuale deviazione.
Le tecniche della spada dritta si basano su una coesione tra forza muscolare e forza interiore definita C'hi: l'energia spirituale viene trasmessa all'arma come se fosse un prolungamento del corpo del praticante. Per controbilanciare il C'hi immesso nel braccio che possiede l'arma, l'altra mano, definita "spada segreta", equilibra l'energia interiore tenendo l'indice e medio distesi e il pollice piegato sopra le altre dita. L'estrema sensibilità richiesta nella pratica della Jian la rende ideale per gli stili interni, come il Tai Chi Chuan, nel quale la spada dritta la fa da padrona.
Dal punto di vista strutturale, la Jian è lunga circa mezzo metro, pesa meno di un chilo ed è dotata di una lama a doppio filo con spessore decrescente partendo dall'elsa.
Possiamo dividere la Jian in tre sezioni:
- la punta affilata e flessibile, per sferrare micidiale scoccate nei punti sensibili;
- la parte finale della lama, più rigida e quasi priva di filo, è utilizzata per deviare gli attacchi avversari tramite movimenti circolari;
- l'elsa piatta rivolta verso la lama e il pomello aiutano a controbilanciare il peso dell'arma.
Alcune principali tecniche della spada dritta sono:
- Avvolgere: l'attacco dell'avversario viene schivato tramite un movimento circolare del polso e tagliando il polso del avversario;
- Raccogliere: tagliare i tendini del polso del nemico sollevando la spada in alto;
- Trafiggere: colpire con la punta della spada in un affondo dritto sui punti vitali.
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